top of page
piljoo-m-_A1_2926_edited_edited_edited_edited.png

BÉLA BARTÓK

IL CASTELLO DEL PRINCIPE BARBABLÙ

Director: Fabio Ceresa

Choreographer: Mattia Agatiello

Set designer: Massimo Checchetto

Costume designer: Giuseppe Palella

Light designer: Fabio Barettin


Teatro La Fenice

Production 2020

“Il nuovo allestimento è firmato da Fabio Ceresa, e ci è parso una delle sue invenzioni migliori: uno spettacolo immaginifico, quasi inebriante. Le situazioni, collegate e descritte con fascinosa inventiva, sono sostenute da un'impronta registica vivace. La singolare presenza di alcuni misteriosi danzatori conferisce un incantato fascino alla favola, i mirabolanti costumi inventati da Giuseppe Palella le aggiungono intriganti motivi di stupore.”

Teatro.it


“What is the really going on in Bluebeard’s castle? Why is Judith so keen to see behind the seven doors? What do the rooms represent? Is he murdering/imprisoning his wives? Ceresa answers were insightful and provocative, which when translated to the stage made for a stunning piece of theater.

Although the pairing was certainly a success on many levels, what really elevated the production was Ceresa’s imaginative interpretation and splendid visual presentation, which had such a direct and emotional impact that one was left exhausted at the final curtain.

Ceresa not only successfully presented his innovative interpretation of the work, but did so with a visually stunning and dramatically strong staging. Each room was a spectacle in itself.”

Operawire.com

“Nella concezione registica la moglie-mattino rappresenta la giovinezza, la moglie-mezzogiorno l’età adulta, la moglie-sera la vecchiaia e Judit la morte. L’apertura sequenziale delle porte simboleggia l’itinerario esistenziale di Barbablù, fino al momento in cui incontra la morte, facendo un bilancio del proprio vissuto.Questa affascinante lettura dell’opera si traduce in una scenografia monumentale, sfarzosa, accompagnata da costumi altrettanto sontuosi.”

Gbopera.it


“Lo spettacolo, molto coinvolgente, ci pone di fronte alla magnificenza della musica di Bartók evidenziandone i tesori con immagini di raro splendore in cui ogni gesto e ogni situazione sono fatti per farne risaltare il grande fascino.”

bellaunavitaallopera.blogspot.com

“Il regista ha pensato ad una sorta di viaggio dell’anima di Barbablù i cui diversi volti riflettano le fasi della vita evidentemente ormai al termine, che risiedono nelle stanze del suo castello. Qui Judit le attraversa impavida, ripercorre la vita del suo interlocutore e interagisce con i vari suoi doppi, tutti ovviamente dotati di barba blu, e li elimina man mano che, per così dire, queste fasi della vita sono archiviate. Così nell’ultima stanza, ormai coperta di lustrini e manto splendente, dopo aver incontrato le mogli del mattino, mezzogiorno e sera, ella diventa la moglie della notte, del declino, donando l’ultimo bacio al principe che si addormenta tra le sue braccia e non senza soffrire.”

Mtglirica.com

“I ricchi movimenti coreografici sono parte essenziale e convincente della regia, perché nascono da un coerente tentativo d’interpretazione del simbolismo del testo. Quel che colpisce a fondo assistendo alla rappresentazione è che il “programma” registico si converte in immagini direttamente efficaci con una naturalezza del tutto insolita. Il successo è stato intensissimo e incontrastato alla fine dello spettacolo.”

Operaclick.com

bottom of page